IT : Iacopo da Varazze, sermo IV de sancto Bartholomeo

Traduzione a cura di Eleonora LOMBARDO

Pelle per pelle! L’ uomo dà tutto quel che possiede per la sua anima. (Gb. II, 4)

Secondo la Glossa, la pelle viene data per la pelle, poiché spesso, quando arriva un colpo contro un occhio, vi opponiamo la mano, in modo da essere colpiti piuttosto sulla mano stessa che sull’occhio, e se si dicesse: Infatti Giobbe all’esterno sostiene in modo uguale così tanti flagelli, poiché non teme che gli siano portati dentro. Bisogna tuttavia notare che la pelle è quadruplice: per natura, per colpa, per grazia e per gloria. La prima pelle viene indossata/ la indossano tutti gli uomini, per cui su ciò parlò lo stesso Giobbe: tu mi hai rivetito con pelle e carne etc. (Gb. X, 11). Ma Bartolomeo per molteplici ragioni depose questa pelle.

Primo, la depose in segno di carità fervida. Gli uomini sono infatti soliti togliersi gli abiti se bruciano per un calore troppo forte. Per questo quindi il beato Bartolomeo depose la propria pelle: si mostra così quanto fosse pieno del fuoco dell’amore. Questo si intende quando si dice: Gionata amò Davide come l’anima sua (I Sam. XVIII, 1). Si spogliò infatti della propria tunica e la diede a Davide. Attraverso Gionata, che si interpreta come “dono della colomba”, si comprende il beato Bartolomeo, che riempito dal dono dello Spirito Santo. Costui quindi che amava Davide, cioè Cristo, come la proria anima, si spogliò della tunica, e la diede a Davide, quando permise di essere scorticato per amore di Cristo.

Secondo, con lo scopo di raggiungere una purezza maggiore. I rami degli alberi infatti sono solliti apparire più bianchi quando sono scorticati. Così anche Bartolomeo spogliato della pelle mortale, rimase più puro nella sola anima. Di ciò si legge: Ha fatto a pezzi il mio fico, cioè Bartolomeo che era umile, fruttuoso e dolce, lo spogliò lasciandolo nudo etc. Sono stati resi bianchi i suoi rami. Strappa il rosso dall’argento e ne esce un vaso purissimo (Gioele I, 7).

Terzo, con la speranzaa dell’immortalità futura. l’uomo infatti è solito deporre volentieri la veste antica, per poter vestireuna veste decorata d’oro. Così egli lasciò volentieri la veste mortale, perché sapeva di decorarsi della veste dell’immortalità. Sta la regina, cioè la sua anima la quale resse bene il corpo, alla tua destra in un vestito adorno d’oro (sal. XLV, 9), cioè con il corpo glorificato. Il re ordinò che Gionata fosse spogliato dell sue vesti e che fosse vestito con una veste di porpora, cioè con la carne gloriosa come sarà nella resurrezione generale.

Quarto, depose la propria pelle per l’odore di dolcezza. Il sacerdote infatti, nell’Antico Testamento, era solito togliere la pelle della vittima sacrificale e immolarla al Signore con un profumo suavissimo dopo averle posto sotto un fuoco. Così viene tolta la pelle al beato Bartolomeo, il quale viene immolato al Signore infiammato dal fuoco della carità con un profumo suavissimo. Li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto (Sap. III, 6).

La seconda pelle di cui si era accennato sopra è la pelle della colpa, e questa è triplice.

Una è quella con la quale sono vestiti i lussuriosi, la quale è una pelle antica: rese vecchia la mia carne (Lam. III, 4). La lussuria è infatti detta antica sia perché conduce velocemente/subito l’uomo alla vicchiaia, e all’antichità, sia perché l’uomo che si immerge nel vizio fino alla morte, in esso invecchia, invecchiai tra tutti i miei nemici etc.(Sal. VII, 8), sia perché essendoil fango puzzolente in essa rese l’uomo stesso orribile e vecchissimo.Ogni donna che fa ardere viene calpestata come lo per la sterco per la strada.

Un’altra è quella con la quale sono vestiti i superbi, e questa pelle è gonfiata dal vento. Efraim nutre il vento. Agostino: O pelle gonfiata, perché ti tendi? O pazzia fetida perché soffi? Poiché è riempita dal vento, allora subito si sgonfia/ si abbassa se la si punge. Ricorda, poiché il vento è la mia vita, allora con un piccolo tocco viene fato girare. Dio mio, ponili come ruota e come pula in balia del vento ( Sal. LXXXIV, 14), cioè sono subito scagliati giù. Mi hai sollevato e mi hai scelto ponendomi quasi a cavallo del vento. (Gb. XXX, 22).

Un’altra è quella con la quale sono vestiti gli avari, e questa è la pella nera. Se può l’Etiope mutare la propria pelle etc. (Ger. XIII, 23), anche l’avaro stringe la nerezza del corpo, poiché per aver guadagno, brucia giorno e notte e viene punito con il gelo: La nostra pelle è bruciata come un forno ( Lam. V, 10). L’avaro inoltre stringe la nerezza dell spirito poiché essendo l’avarizia fango, l’anima che viene immersa nel fango diventa nera. Guai a chi ammassa/ moltiplica ciò che non è suo! frattanto accumula anche contro di sé un fango denso. Questa triplice pelle on fu indossata da Bartolomeo, poiché sdegnò le cose terrene, e fuggì gli onori, e conservò la vera castità.

La terza pelle però è la pelle della grazia, della quale sono vestiti i giusti quando imitano la conversione/ conversazione di Cristo. Cristo infatti fu vestito di pelle, cioè di una conversione/ conversazione bianca, rossa ed eletta. Il mio diletto bianco e rosso, eletto tra mille(Cant. V, 10). Non sarà triste né portatore di disordine (Is. XLII, 4), ecco quanto è bianca (la pelle). Ancora: Con coloro che odiavano la pace sarò portatore di pace/ pacifico (Sal. CXX, 6), ecco quanto è rossa e portatitrice di pace stabile nella carità. Imparate da me, poiché sono mite e umile di cuore (Mt. XI, 29). ecco quanto è mansueta sopra ogni cosa.Da questa pelle di grazia fu toccato Bartolomeo, poiché la sua conversione/ conversazione fu gioconda, pacifica e mansueta. E per questo di lui si dice nella sua Leggenda: Sempre nel suo volto e nel suo animo restava lieto e ilare.

La quarta pelle è la pelle della gloria, con la quale sono vestiti i beati, per cui si legge che il tabernacolo era ricoperto di tre pelli, cioè con pelli tinte di rosso, d’ametista, e con stoffe di pelo di capra/ vesti grossolane, che erano tratte dai peli delle capre. Era ricoperto anche di grandi pelli nere e bellissime. Sono nera, ma belissima, o figlie di Gerusalemme, come le pelli/ le tende di Salomone (Cant. I, 5) I beati allora indossarono la pelle bellissima per la bellezza/ chiarezza del corpo. Ecco le hanno dato per coprirsi una veste di bisso splendente e candida. La pelle d’ametista per l’impalpabilità/sottilità, le pelli di tal fatta infatti hanno il colore dell’oro. I corpi dei Santi infatti i quali ora sono grossi e pesanti, allora a guisa d’aria saranno sottili. Si semina il corpo animale, sorgerà il corpo spirituale (I Cor. XV, 44). Sono anche vestiti con pelle rossa per l’immortalità. Il colore di questa è infatti molto vivo, per cui dell’uomo rosso comunemente diciamo: Questo è molto vivo. Ma i giusti vivranno in eterno (Sap. V, 16). La pelle di capra per l’agilità, per la quale i santi sono paragonati a una folgore splendente: Forse non mandi folgori( Gb. XXXVIII, 35)? I santi infatti a causa della propria agilità sono paragonati a nubi e a scintille che corrono da diverse parti/ cavalcano. Nella sua maestà le nubi cavalcano(Dt. XXXIII, 26). Come scintille nella paglia scorreranno (Sap. III, 7). Sono paragonati infatti a un uccello che vola velocemente. Allora infatti gli uccelli volano velocemente, quando sono le piume sono piene e sottoliti sul corpo e agitate dal vento, così allora i santi saranno pieni della piuma di ogni virtù. avranno un corpo sottile e glorioso e saranno agitati da parte dello Spirito Santo. Dov’era il soffio dello spirito, lì si dirigevano (Ez. I, 2).

Si può però dire che la pelle è posta in tre modi, cioè per la cosa temporale: Da sopra la tunica avete tolto il mantello (Mic. II, 8). È posta anche la pelle per la vita mortale: E il Signore Dio fece all’ uomo e a sua moglie delle tuniche di pelli (Gn. III, 21). E per la superficie del corpo: Con pelle e carne mi hai rivestito (Gb. X, 11). Il beato Bartolomeo allora diede la cosa temporale per la sostanza celeste: Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dallo ai poveri (Mt. XIX, 21). Diede anche la vita temporale per la vita eterna e gloriosa. Colui che odia la propria anima in questo mondo etc. (Gv. XII, 25). Diede anche la pelle corprale per la carne glorificata. Aspettiamo il Salvatore, il Signore nostro Gesù Cristo (Fil. III, 20).